Obbiettivo crescita. La trasformazione digitale è necessaria per fare un salto di qualità.

Non un salto nel vuoto ma un volo assistito.

Spinta digitale all'innovazione con un consulente di Comunicazione

Il passaggio generazionale da azienda analogica a digitale.

Un ‘azienda che arriva dal secolo scorso porta con sé una storicità e un’esperienza incredibile. Ma anche molto complessa. Ci si trova davanti a strutture fisiche e produttive che rappresentano dei veri e propri ostacoli per l’innovazione quando si parla di cambiamento. Soprattutto a fronte di grandi investimenti.
Ma non sono le uniche sfide da affrontare perché ci sono anche strutture mentali, abitudini, visioni che sono messe in atto e rappresentate dalle persone che vivono l’azienda e che vanno verso il futuro portando un’esperienza e una storia importante. E quella è la storia che deve essere raccontata.
Il cambiamento non è facile come nemmeno lo è il passaggio generazionale. È un’operazione molto delicata, che deve essere agita a piccoli passi nel rispetto delle persone e della storia stessa dell’azienda che è una vera e propria entità che ha la sua visione e le sue “abitudini”.
Analizzare le nuove esigenze e cercare di trovare delle soluzioni per traghettare le aziende da una generazione all’altra, da una tecnologia all’altra, da un mercato a un altro è davvero un lavoro complesso ma dovuto.
Le start-up possono avere altri tipi di problemi ma anche altri tipi di possibilità. Sono aziende che nascono già in un  mondo diverso e con una mentalità diversa e possono cogliere molte più occasioni di quanto ne possano conoscere le aziende consolidate che si sono strutturate nel secolo scorso.
Le PMI che rappresentano il 70% del tessuto produttivo italiano e spesso hanno una conduzione di tipo famigliare, hanno un percorso di trasformazione da fare in cui serve la collaborazione della proprietà per far emergere i valori e guardarli in una prospettiva diversa.
Questo sguardo e questa apertura alla trasformazione e l’impulso vitale per la crescita. Perché crescere è possibile, a qualsiasi età. Anche aziendale.

Passaggio generazionale e trasformazione digitale: come possono crescere le aziende?

AppyLab è una delle realtà attive e innovative nello sviluppo di App dedicate e che dialogano con il mondo dell’imprenditoria. Mi hanno offerto l’occasione di parlare di Innovazione, Comunicazione e Trasformazione digitale nella fase delicata del passaggio generazionale.

Solo oggi è davvero possibile compiere una transizione verso un nuovo modello d’impresa e una trasformazione, anche digitale, aperta a tutti.
Scalabilità è la parola chiave. Perché l’accesso alle risorse tecnologiche e alle professionalità è immenso ed è per tutti. È possibile accedere a quello che prima era per pochi e in maniera scalabile, partendo dalla prima cosa fattibile.
Ci ha pensato l’emergenza a farci cambiare punto di vista e a farci vedere quello che era davanti ai nostri occhi da tempo: è arrivata l’ultima chiamata per fare il salto, che non è un salto nel vuoto. Anzi.
È un volo con un atterraggio morbido, grazie a professionisti di alto profilo ma facilmente raggiungibili nel mercato e grazie a strumenti testati, accessibili a tutti e davvero scalabili.
Ci sono le persone. Individuare e raggiungere i professionisti che prima erano prerogativa solo delle grandi aziende, oggi è possibile. Anche in questo la tecnologia ci aiuta. La facilità di accesso ai profili, la loro messa in campo in condizioni di maggiore disponibilità e la creazione di reti, ci mette nella condizione di incontrare e valutare le persone idonee ai nostri progetti, secondo budget che non hanno il costo di un’assunzione.
Ci sono gli strumenti. Molti di questi e le relative tecnologie sono già parte della nostra quotidianità. Ora dobbiamo pensarli non solo come parte del nostro processo aziendale ma dobbiamo vederli anche in virtù del loro potenziale in termini di Comunicazione interna (processi) e Comunicazione esterna (marketing).

Per cambiare bisogna avere una visione di sé nel futuro, camminare a piccoli passi ma essere disposti a fare lunghi tragitti e trovare le persone giuste che ci affianchino in questo percorso.

Serve una strategia: quella che corrisponde alla nostra visione, alla nostra identità e ai nostri obbiettivi di vendita. 

E per andare verso il futuro, dobbiamo ricordarci della nostra storia. Perché senza radici, non si vola.

L’azienda prima della trasformazione digitale.

L’azienda analogica.

Siamo nel secolo scorso, quando sono nate molte delle aziende che ci sono oggi. Un’azienda imposta le basi della sua attività in un mondo fisico, dove non solo i prodotti ma anche i processi aziendali si possono toccare. Anche se il suo oggetto sono servizi. Ha costruito un capannone o un ufficio, ha sviluppato un processo di produzione con una sua tecnologia specifica, ha creato i suoi macchinari e i suoi processi, ha un trovato nome, ha fatto un biglietto da visita, la carta intestata e qualche catalogo. Certamente ha dei buoni prodotti, ha selezionato di persona degli operai specializzati e localizzati, ha internamente un ufficio commerciale che invia e riceveva ordini al telefono o via fax. Si sente ancora il rumore. I suoi competitors sono noti perché conosciuti direttamente o attraverso una rete di contatti non controllabile. C’è un territorio e un mercato aperto tutto da scoprire e la forza vendita viaggia in cerca di clienti che incontra fisicamente. Le fiere e i viaggi di lavoro, soprattutto all’estero, sono vere occasioni di incontro e business.

L’arrivo di Internet.

È il 1991 quando nasce Internet per come lo conosciamo oggi. Le aziende hanno fatto il proprio sito web, spesso a volte incongruo con quello era stato fatto prima – principalmente un catalogo o una piccola vetrina locale – poi lo dimenticano. La mail sta cambiando qualcosa in ufficio, non solo nei tempi che iniziano a velocizzarsi, ma anche nel modo di comunicare e di relazionarsi. Lo scanner aiuta nella digitalizzazione dei documenti e nella gestione degli archivi e la stampante diventa multifunzione. Intanto qualcuno ripesca un vecchio sito web e ridefinisce lentamente il proprio modo di mostrarsi e di comunicarsi. Perché intanto, intorno, il confronto con il mondo è diventato visivo e sempre più tangibile. Nasce la necessità di registrare un marchio, di comprare qualche nome dominio, di rifarsi un po’ il trucco per farsi “notare” in mezzo agli altri. Il mercato si è allargato e i competitor sono diventati visibili, tutti insieme. La vetrina si è aperta al mondo e le comunicazioni si sono velocizzate. I confini cadono e il territorio è diventato il mondo intero.

Fuori dal web.

E in questi ultimi 10 anni un’altra svolta accade sotto gli occhi dell’azienda. Mentre le infrastrutture e la connettività hanno iniziato a potenziarsi, la tecnologia è uscita dal web e ha aperto nuovi canali di comunicazione sia esterni che interni. Il web ha smesso di essere una vetrina ed è diventato un canale: uno strumento di pubblicità, di vendita, di creazione di relazioni, di raggiungimento di un mercato globale ma è anche diventato terreno di forte competizione. L’azienda ha dovuto rimettere mano al web e a molti sistemi IT insieme, anche se la percezione è di due mondi distinti. Ma in ogni caso ha dovuto iniziare a parlare con players esterni e delocalizzati, sempre più specializzati. E ha dovuto anche iniziare a “parlarsi”: a interrogarsi sulla sua identità, sui suoi prodotti, sul suo mercato e isuoi confini, sui suoi clienti. Ma anche sui processi interni che sonos stati obbligati a cambiare linguaggio e a parlarsi fra di loro, anche a livello di infrastruttura. E ha dovuto ridisegnare il suo modello di business per superare le crisi e i cambiamenti. E se non lo ha ancora fatto, è arrivato il momento di farlo.

Cos’è cambiato?

Sono cambiati gli strumenti.

Le tecnologie del fare sono tutte cambiate: in tutti i reparti e in tutte le funzioni.

Sono cambiati i processi di vendita.

Strumenti di vendita, canali di vendita, metodi di pagamento, tempi e interlocutori.

È cambiata la comunicazione.

Il brand è anche per una PMI l’identità che ha una risposta e un valore economico.

È cambiato il cliente.

Consapevole, informato, attivo e relazionale. Oggi è la persona è al centro dell’esperienza, non l’azienda.

Sono cambiate le infrastrutture.

Più capacità di elaborazione, più velocità di comunicazione, maggiore capacità di archiviazione dati.